RIFRAZIONE CON TECNICA TOMOGRAFICA

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Le indagini geosismiche vengono realizzate avvalendosi del metodo sismico a rifrazione che utilizza la determinazione della velocità di propagazione delle onde longitudinali (onde P) e trasversali (onde S) nel sottosuolo.
Tali onde vengono generate, e si propagano nel terreno, ogniqualvolta quest’ultimo venga sottoposto a sollecitazioni sia di tipo naturale sia artificiale.

Gli impulsi sono generati mediante l’utilizzo di una massa battente o energizzatore sismico “mini bang”. Quando il suolo viene “energizzato”  artificialmente si propagano in esso diversi tipi di onde sismiche, da quelle superficiali di maggiore ampiezza, a quelle più veloci longitudinali (onde P) ed ancora a quelle trasversali (onde S).
Mediante questo tipo  di indagine si  può risalire alla composizione litologica di massima dei terreni con indicazione dei relativi spessori. Un limite, invece,  è costituito dal fenomeno di mascheramento dovuto all’impossibilità di rivelare strati  a bassa velocità sottostanti a strati con velocità più elevate o, ancora, di riconoscere livelli stratigrafici di spessore esiguo.

La presenza di uno strato a bassa velocità, o di eventuali cavità, introduce errori nella valutazione della profondità dei rifrattori più profondi. Tali errori  possono essere corretti mediante punti di taratura ricavati tramite sondaggi  geognostici o con altri tipologie di indagini dirette.
I picking effettuati sulle tracce sismiche (dopo opportuno filtraggio e normalizzazione dei segnali), nel caso delle indagini di sismica con tecnica tomografica, vengono trattati dapprima con software Intersism-Geo&soft® utilizzando il metodo GRM; successivamente le stesse tracce vengono convertite in formato idoneo all’elaborazione tomografica attraverso software VSCOPE® vers. 2.2.82  quindi poi elaborati con la metodologia predetta attraverso software REYFRACT®; quest’ultimo software utilizza un algoritmo di calcolo molto complesso per la restituzione dei dati

Nello specifico, mentre il software che si rifà al metodo reciproco generalizzato (G.R.M.) consente di determinare la profondità e le irregolarità dell’interfaccia dei rifrattori non permettendo differenziazioni ulteriori, la metodologia tomografica permette di potere meglio apprezzare variazioni laterali e verticali di velocità utilizzando algoritmi di calcolo più completi rispetto alla metodologia GRM.
Pertanto l’elaborazione tomografica, a dispetto della metodologia GRM, non permette di definire vere e proprie “superfici” di strati rifrattori, bensì potere apprezzare vere e proprie variazioni graduali di velocità sia lateralmente che verticalmente.